Variazione sul tema.
E venne San Valentino. Noemi era tornata a casa dai suoi perché il padre non stava bene e così decisi di andarmene ad un concerto in centro. Me ne stavo tornando verso la macchina quando scoppiò un temporale. La pioggia mi piace: nasconde le lacrime, monda dai peccati ed è l'unica cosa che ti abbraccia quando sei solo. Scendevo per le scalette che dal centro storico portano al parcheggio quando vidi nuovamente quell'angelo. Veniva in direzione opposta alla mia e piangeva. Piangeva di un pianto impossibile da non amare. Non faceva nulla per nascondere le lacrime ma nonostante i singhiozzi manteneva un'eleganza innata (d'altra parte era un angelo), quasi si preoccupasse di non rovinare la festa a tutti gli innamorati con quel suo pianto. Ed era impossibile sentirsi infastiditi da quelle lacrime, commossi fino alla disperazione sì, ma infastiditi mai. La presi per una mano, lei alzò la testa e mi vide.
- Questa volta sono in tempo.
- No, ormai no.
La accompagnai a casa e aspettai di vederla entrare nel portone. Non avevamo aperto bocca durante il viaggio. Come sempre le frasi buone mi sarebbero venute una volta tomato a casa. Allora, visto che le frasi buone proprio non volevano venire fuori, decisi di non pensare. Uscii dalla macchina e le corsi incontro. Le strinsi il volto tra le mani incollandole le mie labbra alle sue, mentre la pioggia ci inzuppava e si infilava tra i vestiti, quasi che volesse partecipare a quel primitivo trasporto. A volte l'amore non c'entra nulla. A volte è solo questione di fermare l'attimo, di voler scattare quella fotografia. Solo per avere un frammento di memoria da raccontare a noi stessi finché non saremo riusciti a metabolizzarlo. A volte non è fare l'amore, è mangiarsi. Voracemente, rapidamente. E non è la passione a guidarci, ma la consapevolezza che anche questa storia è soggetta alle regole del tempo e che come tutto finirà. Non le chiesi mai cosa l'avesse fatta piangere a Natale e a San Valentino. Sapevo che doveva essere una cosa tremenda per essere riuscita a spazzare via il sorriso più dolce e sincero del mondo. Avevo paura di saperlo e temevo di non essere in grado di curare quelle ferite. Quando lei decise di raccontarmelo seppi che i fantasmi erano passati, e che io stesso ero pronto a renderla felice e a non lasciarla più.
Francesco Calzoni
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