sabato 3 dicembre 2022

Interviste importanti: Emiliano Reali ci racconta "Bambi".



Emiliano Reali ha accettato di rispondere ad alcune domande riguardo al suo libro "Bambi. Storia di una metamorfosi". Ringraziandolo, vi invitiamo a seguire il suo sito

http://www.emilianoreali.it/biografia/

nel quale troverete anche le date delle sue prossime presentazioni:

Roma, 10 Dicembre ore 18.30, Fiera della Piccola e Media editoria PLPL, presso la Nuvola, sala Antares. Relatrici Karma B.

Napoli, 28 Gennaio ore 18.00, Libreria Locisto, via Domenico Cimarosa 20.

D: Il romanzo descrive in maniera molto lucida e puntuale, le mille difficoltà che persone transgender, ma anche omosessuali o quelle che vogliono portare avanti un percorso completo di adeguamento del sesso biologico, si trovano a vivere. Tra le mille situazioni di disagio mi ha colpito in particolar modo, perché riesci veramente a trasmettere questa sensazione, quella che pare andar contro la più basilare legge di civiltà: si ha paura, o peggio, anche di denunciare un abuso, o di portare avanti la denuncia una volta fatta.

R: Tutti noi abbiamo paura di raccontare, temiamo che ci venga detto te la sei cercata, ci terrorizzano eventuali ritorsioni, siamo devastati al solo pensiero di rivivere drammi che ci hanno affondato. Non è facile, ma credo sia importante - anche se Bambi in un primo momento non ci riesce -, denunciare, gridare quando siamo vittima di discriminazioni o violenze.

D Ulteriore cosa che esce in maniera veramente vivida (quasi fisica) è il “malessere” di Giacomo/Bambi, questa sua continua ricerca di messa a fuoco su ciò di cui ha bisogno. E del suo dolore quando, soprattutto all’inizio, per modificare lo status quo non trova altro modo se non quello di “distruggerlo.”

 R: Reprimere una parte di sé a lungo innesca una bomba a orologeria che nel momento in cui esplode sembra polverizzare ogni altro aspetto di noi. Ma è un’illusione, nulla si distrugge e non si può andare avanti in modo consapevole senza far pace col passato o con quegli aspetti di noi che decidiamo di salutare.

D: Altro aspetto trattato con grande delicatezza ma precisione, è l’adeguamento del sesso, con tutte le difficoltà soprattutto psicologiche e materiali che una persona si trova ad affrontare.

R: Mi sono recato presso il SAIFIP di Roma, all’ospedale San Camillo, ho parlato con i medici, ho raccolto le testimonianze di persone che quell’esperienza l’hanno vissuta. Ho tentato di renderla con la maggiore onestà possibile.

D: Le due donne di cui narri in maniera più esaustiva le vicende, sono Anna e Luana, rispettivamente sorella maggiore ed ex fidanzata di Bambi. Forse le due persone maggiormente ferite dal suo cambiamento. Tuttavia, se pur con percorsi totalmente differenti, ma accumunate da una grande sofferenza, arriveranno anche loro a completare la loro “evoluzione” e “accettazione”?

R I rapporti familiari sono tra i più delicati, le invide/incomprensioni tra fratelli connotano la maggior parte delle famiglie, le relazioni che finiscono sono di numero gran lunga superiori a quelle che funzionano. Sono universi dalle molteplici sfumature e possibilità che si accolgono e percepiscono in modo differente a seconda della propria individualità. Non posso rivelare se Anna e Luana si “evolveranno” o “accetteranno”, per scoprirlo le persone dovranno leggere Bambi.

D Paura di amare, e di essere amati. È uno stato d’animo che fa quasi da musica di sottofondo a tutto il romanzo. E non è una paura esclusiva di una determinata comunità, siamo proprio noi esseri umani a esserne terrorizzati, ma a non poterne fare a meno. Citandoti: “L’amore è complesso, anche quando è autentico non è detto che funzioni.” Mannaggia te quanto è vero.

R Imparare a amarsi al netto del giudizio altrui, scevri dal peso delle aspettative della società, dei nostri genitori, di chiunque. Avere il coraggio di agire solo per sé, alla scoperta di ciò che ci fa star bene, questo significa tentare di amarci. Solo se e quando riusciremo a farlo potremo provare ad avventurarci in una relazione sentimentale che non sia un palliativo che prova solamente ad ingannare il vuoto e le assenze che ci tolgono il respiro.

 

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